mercoledì 8 luglio 2009

il super insetto e la paura della vita

In questi giorni mi trovo in una casa immersa nella più sperduta delle campagne padane. In posti come questi si impara presto a sguazzare anche dentro livelli igienici non propriamente ottimali. Del resto, tener pulito e lindo in stile pavimento della famiglia Napisan un posto come questo, sarebbe un'impresa folle o, per chi volesse provarci, un'impresa che lo farebbe diventare folle in breve tempo. I vantaggi di questa situazione, tuttavia, risultano di gran lunga superiori agli svantaggi. Per prima cosa, è ovvio, mi sto facendo gratis una cura di anticorpi, ma la cosa più interessante è che, quando meno te lo aspetti, puoi fare incontri interessanti e inaspettati con delle creature davvero orripilanti. Poco fa, per esempio, volto la testa verso il muro e, solo pochi istanti dopo, non subito, una bestiaccia enorme, marrone, lunga più di cinque centimetri, con trenta zampacce che se ne stava ferma immobile sul muro davanti ai miei occhi, improvvisamente, si muove. Sarà perché, nella sua perfetta immobilità, in qualche modo, il super insetto era come mimetizzato o, forse, era talmente grosso che il mio cervello non riusciva catalogarlo in quanto tale, resta il fatto che mi sono accorto di lui con relativo conseguente moto di schifo, solo quando il bestione si è mosso. Proprio così, solo quando ha attivato, con una coordinazione degna del migliore tra i batteristi, la sua trentina di articolazioni che gli hanno permesso di percorrere, con uno scatto bruciante, un bel pezzo di quel muro che fino a pochi secondi prima mi ispirava protezione e sicurezza, solo allora mi sono accorto di lui. E allora ho pensato una cosa... no, non ho pensato prendo una scopa e lo stronco, oppure gli verso sopra dell'alcol e poi gli do fuoco e non mi è venuto neppure in mente di aizzargli contro il cane... ho pensato, invece, che è pieno di cose, al mondo, che ci spaventano solo quando si muovono e delle quali, finché stanno ferme, neppure ci accorgiamo. Il movimento però, fino a prova contraria, è un segnale inconfondibile di vita. E perciò mi sono detto, attivando una relazione tra i due dati che, per quanto discutibile, nel mio cervello ha prodotto i suoi effetti: non è che tante volte, inconsciamente, abbiamo paura della vita.
Sarà una stronzata, ma mi è bastato pensarlo per farmi risultare quel mostro, non dico simpatico, ma assolutamente accettabile e inoffensivo. Certo, da morto lo sarebbe stato molto di più, ma il solo pensiero di preferire qualcosa di morto a qualcosa di vivo mi dava il voltastomaco.

P.S.1: qualche minuto più tardi è riemerso dalle tenebre ed è sembrato abituarsi alla mia presenza. Per non farlo agitare ho pensato che anche lui ragionasse come noi e così mi sono mosso il meno possibile per non spaventarlo. Sono stato talmente fermo che un ragnetto mi ha usato come sponda per la sua ragnatela. Ci siamo guardati un intero film insieme. Forse anche lui, contemporaneamente a me, ha prodotto la mia stessa riflessione. Il problema è che adesso siamo bloccati dentro una terribile empasse: se uno di noi due si muove e l'altro si spaventa?
Decido di fare il primo passo e mi muovo io. La ragnatela si stacca e me ne dolgo, del resto prima o poi sarebbe successo. Lui invece non si schioda, resta fermo dov'è, muove soltanto un po' le antenne, come per farmi capire che ha capito. Il sottoscritto, invece, è costretto ad ammettere che se il mio nuovo amico, adesso, facesse uno dei suoi famosi scatti, un po' di tensione ancora me la metterebbe. Ma la mia specie, si sa, è parecchio lenta di comprendonio.

P.S.2: Il ragnetto, nel frattempo, ha ripreso il suo prezioso lavoro poco più in là e ci osserva, con sguardo severo. Sembrerebbe dire: "ma questi due qui non hanno proprio niente di meglio da fare?!"

1 commento:

  1. Interessante..certo è che in quel di Dragoncello hai ritrovato l'ispirazione (..o semplicemente hai un po' di tempo per star fermo e pensare?).Il fatto è che io avevo il terrore anche quando se ne stavano fermi (i ragni, dico)..ma, vedi un po' tu se riesci a psicanalizzare anche questa.
    Avrei proprio voluto esserci alla tua serata, se mi hai scritto per dirmi che è andata bene vuol dire che è stato veramente un successone!
    Il resto magari via e-mail.Per ora, qui, pubblicamente, un bacio e un abbraccio (e un grazie per la trasferta in quel di san pois!).ele

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