lunedì 6 luglio 2009

nuove intenzioni per estreme dissoluzioni

È davvero troppo che non scrivo sul mio blog. Ho letto da qualche parte che un blog, per essere considerato tale, dovrebbe ospitare almeno un nuovo post a settimana. Nei mesi trascorsi ho fatto troppe cose una appresso all'altra, senza trovare quasi mai il tempo di fermarmi un istante per raccogliere un pensiero sensato su quello che mi stava accadendo o, più in generale, su quello che stava accadendo. Anche se un eccezione è rappresentata da un post che ho scritto su un altro blog e riguarda un viggio di lavoro che ho fatto a New York nella prima metà del mese di maggio. Per chi volesse leggerlo vi rimando al ning del progetto e-logico con cui collaboro.
Adesso questo tempo me lo sono preso, un po' forzatamente se volete, ma me lo sono preso. Il risultato delle mie considerazioni però, non soltanto risulta ancora profondamente incerto e frammentato, ma di sicuro non ha alcun bisogno di essere scritto sotto forma di un post. Inoltre, per aver voglia di pubblicare le mie riflessioni, dovrei io per primo dare maggior credito a quello che penso, ma ultimamente mi convinco poco.
In questi giorni in ogni caso, ho iniziato a scrivere un racconto che dovrà finire con lo spargimento delle ceneri di un uomo nella neve. Saranno le ceneri di un uomo che ha vissuto gran parte della sua vita cercando di aderire, in senso letterale, ovvero tattile, a livello di pelle alle cose del mondo. Quest'uomo ha espresso il desiderio, appunto, che le sue ceneri compiano un viaggio lento e ruvidamente intenso sul piano della fusione, dello sfregamento e del contatto di un corpo con un altro: il percorso della neve che si scioglie lentamente trasformandosi in acqua viva di torrenti che sfregano il loro corpo molle lungo enormi distanze, su un letto di roccia levigato dal tempo.
Così ho pensato che il senso di questo percorso potrebbe utilmente ispirare il senso stesso di questo blog che, del resto, si chiama proprio LE CENERI DI PETTARINI, le mie ceneri, ovvero le tracce ultime, incombustibili e pure, del mio passaggio nel mondo.
Ecco come darsi un compito che renderà ancora più difficile animare questo spazio con una decente continuità.

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